Quando si parla di applicativi Windows, è inevitabile parlare prima o poi del .NET Framework. Nato come una libreria di codice per lo sviluppo di programmi su sistemi Windows, il Framework è ormai alla sua versione 4.7.2 e nel tempo ha subito diverse modifiche e aggiornamenti.
Se l’interesse nel Microsoft Framework .NET è relativo alla programmazione, oltre a un corso di Microsoft .NET Framework in quanto ambiente di sviluppo a sé stante, con le sue regole e i suoi segreti, potrebbe essere utile avere quantomeno delle basi per capire meglio di cosa si parla.

Cos’è Microsoft .NET Framework

Come tutte le librerie di API e codice già compilato, il Framework Microsoft altro non è che un ibrido fra una struttura lavorativa e un cosiddetto “Runtime Environment“, ovvero un ambiente dove alcune funzioni sono già compilate e il programmatore deve solo “richiamarle” tramite linee di codice.
Il Framework fu usato inizialmente per far funzionare i programmi su hardware molto diversi fra loro, ma dato l’uso quasi esclusivo adottato su Windows, divenne ben presto un’esclusiva di questo sistema operativo. Moltissime applicazioni funzionano grazie al framework .NET, che altro non fa se non mettere a disposizione dei programmatori blocchi di codice già scritti, i quali ritroviamo poi nel nostro uso comune in funzioni come “Salva con nome”, oppure “Apri recente” e tante altre funzioni, che vanno dall’interazione con le finestre agli effetti grafici, fino ovviamente ad arrivare agli script più profondi, i quali servono per salvare determinate informazioni in specifici settori di ram o altre funzioni avanzate.
Data la natura di “codice già fatto”, un programma sviluppato su framework .NET non può funzionare se sulla macchina dove viene eseguito non è presente appunto il framework di riferimento. A riguardo di questo, una piccola digressione sulla storia del .net va fatta.

Mille versioni per mille programmi

Nonostante il problema sia stato risolto nelle versioni più moderne di Windows, un problema piuttosto grave afflisse tutti i sistemi operativi Windows fino al Vista.
Le versioni del framework .NET, ovviamente, sono molte e vengono aggiornate costantemente, così dalla versione 1.0 si è passati alla 2, alla 2.5, alla 3… fino all’avvento della 3.5, introdotta con Windows Vista appunto, molte applicazioni dovevano necessariamente includere nel loro pacchetto d’installazione la versione del framework usata per sviluppare il programma, in quanto vi erano spesso e volentieri delle incompatibilità critiche fra un aggiornamento e l’altro.
La 3.5 cambiò le cose riscrivendo parti di codice della versione 2 e 3, così da poter evitare di dover tenere troppe versioni installate sul proprio PC, una per ogni branca di programmi sviluppati su una versione specifica.
Oggigiorno, partendo da Windows 8, solitamente sono installate infatti sia la versione più recente del framework .net (al momento la 4.7.2) e la versione 3.5 il quale comprende la 2 e la 3 al suo interno. Per controllare quali .net avete installati sul sistema, basta aprire le funzioni di Windows e controllare nella lista se oltre al .NET Framework 4.X (dove X è dipendente dalla versione più o meno aggiornata) è disponibile anche la 3.5.

Quando serve il Framework .NETe quanto serve saperne?

Per l’utente comune, la conoscenza di tutto questo si può fermare al semplice installarlo e dimenticarsi anche di averlo installato. Le applicazioni interagiranno con questo strumento in maniera autonoma e non sarà necessario fare nulla in quando Windows Update manterrà aggiornato il framework alla versione più recente.
Per chi invece pensa di voler programmare e sviluppare applicativi tramite il framework.net, allora ci sarà sicuramente da capire quali linguaggi di programmazione è possibile usarvi insieme (sono supportati tutti i linguaggi più famosi come C#, C++, VisualBasic, F# e altri) e ovviamente imparare i vari comandi per richiamare i blocchi di codice e le varie API.
Per questo potrebbe essere una buona idea quella di seguire un corso apposito, in grado di fornire conoscenze quantomeno basilari su come costruire dei programmi sulla Runtime del colosso di Redmond e magari capire come fare a risolvere gli eventuali errori che potrebbero presentarsi sulle macchine degli utenti, offrendo soluzioni di “fallback” in caso di bug.
Non è raro che, proprio tramite il framework e le vulnerabilità del codice, gli hacker riescano a eseguire funzioni particolarmente dannose e che, proprio per questo, Windows pubblichi un “bollettino” mensile con relative contromisure di sicurezza per evitare che tali vulnerabilità del codice vengano sfruttate.

Per cosa si può usare Microsoft .NET Framework?

Introdotto il discorso delle vulnerabilità, è ovvio chiedersi quindi a quali utilizzi si presta il framework .NET. La risposta è semplice: un po’ di tutto.
Il framework Microsoft .NET ha infatti sia delle capacità per essere utilizzato su sistemi operativi “offline”, desktop, ma anche per applicazioni su web, particolari funzioni relative proprio alla comunicazione fra una pagina web, un server e il proprio client che sta interagendo con quella pagina.
Negli ultimi anni, inoltre, Microsoft ha rilasciato parte del codice del framework in maniera open-source, con licenza GNU based, creando la versione .NET Core, la quale riesce a implementare i programmi del framework Windows su sistemi Mac OS, Linux e altri sistemi. L’obiettivo di Microsoft è stato quello di espandere l’uso del proprio ambiente di lavoro e dare possibilità agli sviluppatori di personalizzare l’ambiente in base alle proprie esigenze.

In conclusione
Microsoft .NET Framework è un piccolo mondo a sé stante, il quale va esplorato con attenzione e mettendosi nell’ottica di stare interagendo con API e funzioni sviluppate nel corso di una storia durata trent’anni.
A patto si abbia costanza e pazienza, oppure si voglia frequentare un corso di Microsoft.NET Framework, riuscire a divincolarsi dalle insidie dello strumento non dovrebbe essere un’impresa troppo ardua.